La resistenza delle famiglie mapuche sui territori occupati dalla multinazionale fa emergere un’attività di spionaggio svolta ai danni di attivisti impegnati nelle mobilitazioni contro il saccheggio e la svendita del territorio. Segue comunicato delle “Lof en resistencia del departamento de Cushamen”.
In breve. A marzo di quest’anno un gruppo di famiglie mapuche (Lof en resistencia Dpto. Cushamen) ha intrapreso un processo di recupero di territorio in mano alla Compañía de Tierras del Sud Argentino S.A., gruppo Benetton, a cui sono seguiti diverse manovre repressive da parte della polizia provinciale, intimidazioni esercitate con colpi di arma da fuoco, tentativi arbitrari di detenzione, richieste di identificazione per chiunque circolasse li vicino, che partecipasse attivamente o meno al recupero.
La Procura locale cominciò ad agire d’ufficio non appena venuta a conoscenza della rivendicazione mapuche. Frutto di questa azione seguirono mandati di cattura, divieti di avvicinamento al territorio per la gente che aiutava con alimenti e indumenti per l’inverno, nonché un’operazione compiuta di notte dal Grupo Especial de Operaciones de la Policía (GEOP – tristemente conosciuto per i violenti precedenti) “il cui obiettivo era identificare”.
La mobilitazione delle reti di solidarietà con il recupero e un abile utilizzo del codice penale da parte degli avvocati difensori, riuscì a frenare un’evoluzione che dava per scontato lo sgombero violento e immediato.
L’ostinazione da parte della Procura nel voler perseguire a tutti i costi e nel modo più efficace possibile il processo di recupero si manifesta con il tentativo di far applicare la legge anti-terrorismo (per la prima volta in Chubut) motivando che il recupero territoriale “attentava allo Stato e costituiva un pericolo per la pace sociale”, anche questo prontamente smontato e respinto, anche dalla giustizia federale.
L’ultima sorpresa si produsse quando il Difensore Pubblico trovò tra il materiale trasmessogli dalla Procura, un insieme di schede che redigevano informazioni dettagliate relative a molti cittadini di Esquel, tutti collegati, in un modo o nell’altro, all’assemblea del “No alla Mina” (uno dei movimenti sociali contro le miniere più attivi del paese), che appoggiano il processo di recupero.
La schedatura comprende il nome, numero di documento e foto delle persone, assieme ad una descrizione delle loro attività e ruoli: si dice di uno, che “insegna la linea del No alla Mina” ai suoi alunni, di un altro che “ha un alto profilo di sinistra”, di un giornalista locale che “permanentemente realizza giudizi coraggiosi sull’attività pro-mineraria, di funzionari e delle forze”, di vari che “furono promotori del conflitto del 2014”.
Una delle schede più complete è quello dell’attivista mapuche Moira Millán. Tra altre cose di lei si dice che fu protagonista del cortometraggio (sic), “Pupilla di donna, sguardo della terra”, indicato come finanziato da ONG Italiane, opposte a Benetton, che perfino avrebbero pagato i festival in cui veniva presentato affinché fosse premiato e così più diffuso nel mondo”.
Fra ammissioni e smentite, ciò che risulta dai comunicati ufficiali è che “è consuetudine che membri di organismi privati o pubblici trasmettano informazioni alla Procura” e che tali attività sono svolte da persona “impiegata di un organismo nazionale la cui identità è protetta dalla Legge sull’Intelligence nazionale”, oltre all’assicurazione che “quelle informazioni non siano state utilizzate “.
Di sicuro i fatti hanno evidenziato che sono stati posti in essere incarichi di spionaggio in Esquel e nella zona e che la Procura aveva in suo possesso i risultati di quei compiti consegnati da una spia locale, comportamenti che esulano dalla sfera della legalità e che hanno suscitato nell’opinione pubblica perplessità e interrogativi sulla garanzia di trasparenza nelle indagini da parte dei pubblici ministeri. E’ di ieri la notizia del loro trasferimento ad altri incarichi.
Mentre l’attenzione della società civile, solidale con la lotta dei popoli originari, ha per il momento stoppato l’attacco in sede processuale facendo emergere i lati più oscuri della macchina statale e smascherando connivenze fra ambienti giudiziari, poteri occulti e multinazionali del saccheggio del territorio, l’attacco alle famiglie in resistenza continua sul campo, puntando a creare isolamento, agendo con intimidazioni che vanno dall’identificazione delle persone che si avvicinano alla rivendicazione alle frequenti sparatorie intimidatorie.
Comunicato delle “Lof en resistencia del departamento de Cushamen”.
Rendiamo noto al nostro popolo nazione mapuche e all’opinione pubblica in generale che:
. da vari giorni la polizia sta entrando al territorio recuperato, settore Vuelta del Rió Leleque, da varie notti abbiamo l’entrata al territorio recuperato presidiata da agenti di polizia nelle ore dell’alba.
. come è già di pubblico domino in tre occasioni la comunità è stato attaccata con pallottole di piombo da questi stessi agenti di polizia.
. innanzi tutto vogliamo informare che nel giorno di oggi 5/10/2015 verso mezzogiorno si è avuto un scontro tra la polizia e i nostri Weichafes (guerrieri) che degnamente difendono questo territorio.
. per questo ci rendiamo conto che la Compagnia ( Compañía de Tierras del Sud Argentino – Benetton) cerca di procedere con metodi illegali con la complicità della polizia.
. oggi c’informarono su una notizia che circola e che ci chiarisce quello che sta succedendo. La scusa per entrare è un supposto reato commesso da un incappucciato. Chiaramente vediamo un tentativo di montaggio, poiché legalmente non sono potuti entrare nel territorio recuperato e hanno optato per pratiche illegali; ancora una volta ripetiamo che questo è un conflitto politico storico e la soluzione non è la giudizializzazione.
. alla violenza da parte della compagnia e della polizia risponderemo con il diritto a difendere le famiglie che vivono pacificamente nel territorio in armonia e rispetto con le forze naturali del posto.
INKATULEIÑ TAIÑ MAPU KA TAIÑMONGUEN.
INKATULEIÑ KOM PU NGEN KA ITROFIL MONGUEN TUFA MAPU MEW.
Pu lof in resistencia del dipartimento di Cushamen
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