Come Associazione Ya Basta! Êdî Bese! siamo sempre stati dalla parte di chi, in tutto il mondo, combatte e resiste contro la devastazione ambientale e il saccheggio dei territori: dai popoli guerrieri dell’Amazzonia che combattono contro la deforestazione, ai Mapuche dell’Argentina che difendono la loro terra, agli abitanti delle favelas brasiliane che hanno subito la repressione in occasione della costruzione delle infrastrutture per ospitare i Mondiali di calcio. Siamo sempre stati dalla parte dei popoli in lotta per la democrazia e per la possibilità di autodeterminarsi e autogovernarsi, in Chiapas come in Palestina, come in Kurdistan.
Queste esperienze di lotta e di resistenza ci parlano di un pianeta messo in pericolo dal sistema economico, produttivo e politico attuale, che sfrutta fino all’osso le risorse dei territori ed è la principale causa del cambiamento climatico che sta già causando la migrazione forzata di milioni di persone e l’aumento delle catastrofi ambientali. La corsa all’accaparramento di risorse fossili è anche la principale causa delle guerre che stanno devastando territori dell’Africa e del Medio Oriente e sempre al petrolio e alla sete delle potenze capitaliste occidentali dobbiamo guardare per individuare le cause degli interessi americani ed europei in quelle zone.
Gli stessi interessi economici neoliberisti colpiscono anche i nostri territori: il Veneto è la regione più cementificata d’Italia e le inondazioni che in questi anni hanno colpito i nostri territori sono il frutto di questa scellerata devastazione del territorio, così come il tornado che quest’estate ha colpito la Riviera del Brenta è il frutto del cieco abuso di combustibili fossili e del caos climatico che ne è diretta conseguenza.
Martedì 8 marzo a Venezia si terrà un summit interministeriale tra Italia e Francia in cui i governi Renzi e Hollande decideranno di stanziare ulteriori fondi alla costruzione di un’altra grande opera, la linea dell’alta velocità Torino – Lione, la cui costruzione ha già provocato numerosi danni ai territori della Val di Susa, territori in cui da vent’anni la comunità che li abita lotta e resiste contro questa speculazione e per avere voce in capitolo sulle decisioni prese sulla pelle loro e del loro territorio.
A Venezia, città già ferita dalla grande opera del Mose che ha succhiato dalle risorse pubbliche 5 miliardi di euro, sottraendoli ai servizi sociali, al welfare, alla sanità, all’istruzione e regalando ben 1 miliardo in corruzione, le Grandi Navi costituiscono ora una costante minaccia per l’equilibrio lagunare e per l’aria che respirano gli abitanti della città patrimonio dell’Unesco, così come l’ipotesi di scavo di altri enormi canali per garantirne l’accesso provocherebbe la perdita di buona parte dell’ecosistema della Laguna e una minaccia alla sopravvivenza della città stessa.
Per questi motivi, per l’essenza stessa di quello che siamo, l’8 marzo saremo in piazza a Venezia, alle ore 10 in piazzale della stazione di S. Lucia.
È ora di dire basta, di unirsi a questo popolo in lotta che dalla valle alla laguna si unisce per gridare BASTA GRANDI OPERE INUTILI E DANNOSE, GIU’ LE MANI DAI NOSTRI TERRITORI E DALLE NOSTRE VITE!!