di Riccardo Bottazzo – Si stava recando all’aeroporto,l’avvocato Santos De La Cruz, portavoce del popolo wixarikà, quando una macchina piena di uomini armati ha cercato di intercettarlo. La prontezza di riflessi dell’autista che lo accompagnava, che ha prontamente accelerato, ha probabilmente salvato la vita dell’avvocato De La Cruz. E questa è solo una delle tante minacce alla vita che è il legale che ha istruito le pratiche contro le compagnie minerarie, ha ricevuto nel corso della sua battaglia in difesa del Cuore Sacro del Messico: le alture di Wirikuta, uno dei luoghi più ricchi di biodiversità del mondo. Patria spirituale degli indigeni wixarikà ma anche terra ricca di argento e di altri minerali preziosi. Compagnie come la canadese First Majestic Silver Comp hanno ottenuto dal governo messicano l’autorizzazione ad aprire miniere a cielo aperto che inquinerebbero le falde acquifere e decreterebbero la morte di Wirikuta. E con Wirikuta, scomparirebbero anche i wixarikà che attraverso i pellegrinaggi in queste magiche colline tramandano la loro cultura orale. Chiamato in Europa da associazioni in difesa dei diritti dei nativi, come Salviamo Wirikuta, l’avvocato Santos de la Cruz, ha partecipato a due iniziative di Ya Basta Edi Bese nel veneziano; la prima nel centro sociale Dedalo di Mira, organizzata dall’associazione Argo, e la seconda nelle aule universitarie di San Basilio e poi nello spazio occupato di Ca’ Bembo con gli studenti del Lisc.
In questa intervista con Camilla Camilli, il portavoce del popolo wixarikà fa il punto della situazione della battaglia contro le compagnie minerarie. Una battaglia che non è solo dei nativi messicani ma di tutti coloro che credono che l’acqua, la terra, l’ambiente contino più dell’argento.