Un altro recupero nei territori recintati da Benetton in Patagonia.
In provincia del Chubut, a El Maiten, non si arresta l’attività di recupero dei territori ancestralmente posseduti dal popolo preesistente dei mapuche, dei quali la Compañia de Tierras del Sur Argentino, della famiglia Benetton, si è appropriata recintandoli e rifiutando agli abitanti originari l’accesso e l’uso, se pur garantiti dalla costituzione dello stato Argentino.
A 150 km, in provincia di Rio Negro, a Villa Mascardi, la comunità Lafken Winkul Mapu, dove fu assassinato Rafael Nahuel nel 2017, si spinge con il recupero territoriale fino ad arrivare alla spiaggia, lasciata abbandonata e in stato di degrado.
Mapuche, gente della terra, tutori di un territorio aggredito dalle multinazionali o abbandonato dall’ente nazionale che dovrebbe curarlo.
Dal 31 gen al 11 feb 2020 andremo con la Carovana Pueblos contra el Terricidio, a portare solidarietà e a leggere questi territori con gli occhi di chi ci vive.
Comunicato pubblico del Lof Kurache dal quadrato de El Platero
Al nostro popolo-nazione mapuche in lotta, a tutti i popoli originari del Abya Yala che resistono al capitalismo estrattivista e al colonialismo, decisi a organizzare le nostre vite ad uso e consumo della borghesia, ai popoli oppressi del mondo che combattono per la loro liberazione con una prospettiva di equità di genere, per la conservazione degli ecosistemi naturali e con una prospettiva comunitaria, in equilibrio con la natura e una posizione decolonizzante; ai movimenti sociali, contadini e ambientali, ai media alternativi e contro-egemonici impegnati con ‘los de abajo’ e per la conservazione della vita e del territorio comunichiamo quanto segue:
Noi famiglie del Lof Kurache abbiamo iniziato un processo di recupero territoriale nel quadrato El Platero contro la multinazionale Compañia de Tierra del Sur, della famiglia Benetton.
Questa decisione nasce dalla necessità primaria di continuare ad esistere come mapuche nel nostro territorio, in terre adatte al nostro sviluppo spirituale, culturale, economico, sociale e politico negato per oltre 140 anni. Come pure per le scarse o quasi nulle politiche di distribuzione delle terre produttive, nonostante i grandi conflitti territoriali che hanno per protagonisti pu peñi ka pu lamgen (fratelli e sorelle) in diverse parti del territorio mapuche.
Si sta dando la priorità, come nel caso di Chubut, alla creazione di ministeri delle miniere e degli idrocarburi piuttosto che a iniziative governative per l’espropriazione e il ritorno di terreni usurpati dai proprietari terrieri o la creazione di scuole interculturali negli spazi rurali delle comunità per frenare la migrazione dalle campagne alla città, dirottando i conflitti territoriali alla magistratura o a tavoli di mediazione che non portano a nessuna soluzione concreta a causa dell’assenza del potere esecutivo o criminalizzando le rivendicazioni territoriali optando per protocolli intenti a reprimere le rivendicazioni della comunità.
In secondo luogo, la nostra posizione ideologica, che si basa sul kimun e sul feyentun mapuche (saperi e spiritualità), ci spinge a definirci oggi anticapitalisti e andare contro la concentrazione della terra nelle mani di pochi, per continuare a infrangere le basi della struttura economica dei grandi poderi che ci hanno portato, dopo la depredazione, a patire la fame, allo sfruttamento dei nostri fratelli e alla povertà per le comunità.
E il modo migliore per farlo è recuperare ciò che ci è stato rubato che per diritto ancestrale ci appartiene.
In terzo luogo, data l’avanzata mineraria e l’espansione dello sfruttamento di idrocarburi, che si stanno sviluppando nell’Altopiano di Zungunkura, tracciata dalla classe politica parassitaria dei governi che si sono succeduti, nazionali e provinciali, in collaborazione con le multinazionali, diciamo che il nostro strumento fondamentale per continuare a preservare gli ecosistemi naturali è il recupero e il controllo territoriale da parte delle comunità che per migliaia di anni hanno permesso la diversità della vita nel nostro wallmapu in completa armonia, senza continuare a permettere zone di sacrificio.
Per questo motivo, siamo solidali e inviamo un saluto fraterno alle comunità che si trovano sull’altopiano e resistono alla società mineraria Pan American Silver e al suo progetto ‘Navidad’, difendendo la falda acquifera Sacanana. Senza acqua non c’è vita! e non stiamo parlando di acqua in bottiglia ma di acqua che scorre libera attraverso il territorio.
Siamo anche solidali con le comunità che resistono all’avanzamento del gruppo Burco, di capitali del Qatar, sulla sorgente del fiume Chubut, da cui esce l’acqua vitale necessaria per molte comunità, sia della provincia del Río Negro che del Chubut, ambita anche dalle grandi multinazionali e dai vari progetti minerari.
Infine, rivolgiamo un appello a tutti i lavoratori mapuche, lavoratori a chiamata, lavoratori domestici, studenti, tagliatori, lavoratori edili e disoccupati, di recuperare con le famiglie tutto ciò che è stato sottratto dalle grandi proprietà, poiché la ricchezza di questi è stata generata con il sudore e il sangue dei nostri genitori e nonni e quindi ci appartiene.
Invitiamo tutti i fratelli e sorelle con terre improduttive, ai confini delle tenute, di ribaltare le recinzioni, per lasciare le liti tra vicini mapuche per la scarsa terra e unirsi per combattere contro il vero nemico, i proprietari dei poderi dei grandi gruppi imprenditoriali che usurpano i nostri territori per creare paradisi privati, società minerarie e idrocarburi che stanno ancora cercando di venderci un falso progresso e benessere economico in cambio della consegna totale del nostro wallmapu e dei beni comuni, lasciando completamente contaminati acqua, terra e aria.
In questo modo concludiamo affermando che il modo migliore per onorare la memoria di Rafael Nahuel è continuare a recuperare il territorio usurpato.
– Per la difesa della falda acquifera Sacanana e delle sorgenti del fiume Chubut
Libertà per tutti i prigionieri politici Mapuche
Assoluzione di Lautaro Gonzalez Curuhinca
Fuori Benetton, Lewis, Van Ditmar, hermanos Mindlin, Pan American Silver, Qataries y Máxima Zorraguieta del territorio mapuche