Latinoamerica, Wallmapu

Documento del Campamento Climatico “Pueblos contra el Terricidio”.

Il seguente documento è stato redatto collettivamente tra febbraio e marzo 2020, prima della pandemia in cui ci troviamo. Riconfermiamo, oggi più che mai,  i contenuti del seguente documento, che non fa che mettere in evidenza tutto ciò che descrive il #Terricidio come principale responsabile della pandemia.

Il Movimiento Pueblos Contra el Terricidio si è costituito come risultato del Campamento Climatico Pueblos Contra el Terricidio, convocato e organizzato dal Movimiento de Mujeres Indígenas por el Buen Vivir, tenutosi nel Lof Pillan Mahuiza  in Puelmapu, territorio ancestrale Mapuche, liberato in Chubut, Patagonia Argentina, al quale abbiamo partecipato con la Carovana Patagonia 2020.

Durante l’assemblea finale del 10 febbraio 2020, sulle rive del Rio Carrenleufú, questo nuovo Movimiento Pueblos Contra el Terricidio, si è impegnato ad unire gli sforzi per portare avanti la proposta dei popoli Qom, Mapuche, Quechua, Mbya-Guaraní, Aymara, Wichí, Diaguita, Tehuelche e Nasa, uniti ad organizzazioni e collettivi provenienti dagli Stati-Nazione Argentina, Cile, Brasile, Colombia, Paraguay, Bolivia, Ecuador, Canadá, Italia, Stati Uniti e Spagna.

Per questo documento, si è partiti dal concetto di Terricidio, come proposto dalle sorelle del Movimiento de Mujeres Indígenas por el Buen Vivir,  poi sviluppato in modo collettivo durante il campamento.

Che cos’è il terricidio?
Il Terricidio è l’assassinio della Madre Terra e anche, secondo le cosmovisioni indigene, dei diversi piani di esistenza e delle diverse forme di vita. 

Uno è il piano tangibile dove sta quello che oggi si chiama ambiente con i suoi ecosistemi. Ma c’è anche il piano percettivo: quello delle forze spirituali. Quelle energie sono ciò che costituisce l’essenza della vita, sono le creatrici del cerchio della vita, si trovano in diversi spazi che sono templi sacri dove le comunità si trovano a dialogare con le forze naturali. Oggi questi spazi sono appropriati da latifondisti o da megaprogettiestrattivisti, e vengono saccheggiati, profanati, distrutti e contaminati dagli stati nazione e dalla “corporocracia” [il sistema di potere delle multinazionali, ndt] predatrice di questo modello economico di sviluppo neoliberale.

Come arriviamo al Terricidio?
Il Terricidio è conseguenza del modello di civilizzazione dominante. È inquadrato all’interno della crisi generale del capitalismo che porta questo sistema al saccheggio indiscriminato di elementi della natura per continuare ad accumulare profitti a spese del popolo, delle comunità, della vita, degli ecosistemi e delle forze spirituali, a beneficio della classe dominante e delle imprese nazionali e transnazionali rappresentanti dell’imperialismo che sfrutta gli elementi presenti in natura. In questo contesto è evidente la contraddizione tra capitale e vita, poiché l’accumulo di beni e capitali sta mettendo fine a tutti i tipi di vita, in tutti i suoi piani di esistenza, e mette a rischio il nostro futuro sul pianeta, che oggi si manifesta attraverso il cambiamento climatico accelerato e improvviso, la disuguaglianza, la fame e la miseria che soffrono i nostri popoli.

Il Terricidio è la violenza contro la Madre Terra e la spoliazione delle nostre comunità e della vita sul territorio.
Questa violenza inizia in Sudamerica con l’arrivo dei colonizzatori, con la costruzione di barriere e frontiere, allontanandoci dalle nostre radici e introducendo dinamiche di sfruttamento da parte di chi detiene il potere economico sui popoli della Mapu-Madre Terra. L’espansione degli europei in questi territori e la successiva formazione degli Stati-Nazione sono state una storia continua di mancanza di rispetto, oppressione, sfruttamento e morte per i nostri popoli e la negazione della possibilità di un’altra vita, di un mondo nuovo, di una vita dignitosa e giusta.

 

L’azione del Terricidio sui nostri corpi-territori.
Il Terricidio agisce sui nostri territori, nell’ambiente tangibile e percepibile dove viviamo e sul corpo che abitiamo, in quello che chiamiamo corpo-territorio. Il Terricidio è lo stupro e la violenza di quello che è il nostro primo territorio, cioè il corpo di noi donne indigene, contadine e afro-discendenti, che dal colonialismo siamo state considerate oggetti e semplici merci, senza nemmeno raggiungere il rango di umane. Gli effetti dell’estrattivismo si riflettono anche nella violenza esercitata sul corpo delle donne, perché colpiscono il nostro modo di vita e di sussistenza.

Per coloro che difendono il corpo-territorio, la Madre Terra è uno spazio vitale, di costruzione di comunità, di spiritualità, di processi collettivi con tutto ciò che esiste nell’ambiente naturale. Il Terricidio violenta i corpi, intendendo come corpo non solo questa carne e queste ossa, ma i fiumi con i quali siamo cresciuti, l’aria, l’atmosfera, i monti e il suolo: questa grande terra.

Contro il Terricidio: Liberazione
L’intera Madre Terra sta per essere assassinata dal Terricidio. Occorre liberare i nostri territori dagli estrattivismi esercitati dalle multinazionali delle megaminiere, delle petrolifere, delle idroelettriche, degli agrobusiness, così come quelli esercitati negli ambienti accademici e culturali; imperi che vengono solo a saccheggiare le nostre terre, a spogliare le nostre comunità, a inquinare le nostre acque e fiumi, a deviare i loro corsi d’acqua e ad avvelenare la nostra aria e i nostri volti.

Oggi, noi popoli che diamo forma al Movimiento Pueblos Contra el Terricidio ci dichiariamo in lotta e resistenza per la difesa dei diversi territori e popoli sfruttati e minacciati. E contro l’espansione di un sistema che distrugge e sfrutta ciò che amiamo. La nostra rivendicazione è il rispetto per le nostre vite e la matrice delle relazioni che le sostengono.

Invitiamo le diverse comunità che calcano i suoli, che bevono dai fiumi, che coltivano la terra, coloro che cercano questa liberazione dei popoli oppressi e della nostra madre terra ad ascoltarci e unirsi alle nostre voci e alle nostre azioni.
I crimini commessi nell’ambito di ciò che è stato definito Terricidio dovrebbero essere considerati crimini contro l’umanità.

Per questo motivo non accettiamo l’esistenza di imprese nazionali e transnazionali con pratiche estrattiviste e cercheremo di far valere la giustizia nei confronti delle imprese/Stati che hanno effettuato l’estrattivismo, affinchè siano colpevolizzati e debitamente penalizzati con il risarcimento adeguato per le comunità/popoli direttamente colpiti.
Proponiamo la partecipazione attiva e diretta della popolazione nel sforzo per cambiare questa realtà perversa, che colpisce soprattutto i popoli indigeni, afro-discendenti, contadini e sfruttati.
Quindi eccoci qui, qui continuiamo, non ci vendiamo e non ci arrendiamo.
Costruendo la nostra storia con la testa e il pugno in alto, con le mani e i piedi pieni di terra, affrontando questo sistema capitalista predatore, coloniale, razzista e patriarcale.

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