Con la Fuerza Aerea Zapatista sta viaggiando in questi giorni in Italia anche una delegazione del Congreso Nacional Indigena (CNI) e del Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra y del Agua de Puebla, Morelos y Tlaxcala (FPDTA-PMT), con la presenza di Marichuy, “vocera” del CNI ed ex pre candidata alle elezioni presidenziali del 2018.
Il Congreso Nacional Indigena è un organo di rappresentanza dei popoli originari del Messico di cui fanno parte 523 comunità, di 25 Stati e di 43 popoli originari. Sorse per iniziativa dell’EZLN nel 1996 sotto la guida della Comandanta Ramona, a seguito di due forum convocati per creare uno spazio in cui tutti i popoli indigeni, le comunità, le tribù e i quartieri indigeni del paese potessero incontrarsi, guardarsi, ascoltarsi. Con il passare degli anni è diventato un importante spazio organizzativo che si batte per il riconoscimento dei diritti e delle culture dei popoli originari promuovendo la costruzione di un paese differente, libero da razzismo e sfruttamento. Uno dei più recenti momenti importanti del CNI è avvenuto nel 2016 quando l’assemblea dei popoli originari ha raccolto la proposta, e provocazione, dell’EZLN di partecipare alle elezioni presidenziali del 2018 con una candidata popolare del congresso stesso, scelta nella persona di Marichuy, rappresentante del popolo nahua, guaritrice e attivista.
Con la scelta di candidare un proprio rappresentante alle elezioni presidenziali, il Congreso Nacional Indígena si è dato anche una nuova struttura organizzativa, il Consejo Indigena de Gobierno(CIG), una sorta di assemblea di delegati del Congreso NacionalIndigena che ha il compito di portare nelle assemblee dei vari popoli le proposte e le azioni emanate dal CIG stesso. Durante la campagna elettorale, il CIG ha viaggiato in tutto il paese, attraversando 27 Stati per raccogliere le firme necessarie alla candidatura della portavoce Marichuy. Nonostante il traguardo non sia stato raggiunto, il “recorrido” in tutto il Paese ha fatto raggiungere l’obiettivo principale, vale a dire quello di far crescere il CIG, aggregando 10 popoli organizzati alla rete.
La partecipazione alla “gira por la vida” è un altro passaggio fondamentale e una sfida che il Congreso Nacional Indigena ha accettato, consapevole che «la lotta per la vita e contro il capitalismo rompe tutte le frontiere». Una sfida accettata «perché sappiamo che anche dall’altro lato dell’oceano esiste vita e ci sono fratelli e sorelle che lottano e resistono di fronte allo sfruttamento, la povertà e la spoliazione che provoca il sistema». Si tratta di «un’opportunità storica di avvicinare ribellioni e resistenze del mondo intero in un momento cruciale per l’umanità, dal momento che il capitalismo sta distruggendo le condizioni per la vita umana in tutto il pianeta. È una crisi globale e civilizzatrice mai vista prima, che obbliga l’umanità intera distruggere questo attuale sistema capitalista e patriarcale responsabile della distruzione della natura e che si basa su sfruttamento e spoliazione, ogni volta maggiore, di milioni e milioni di esseri umani».
Il Congreso Nacional Indigena è arrivato in “Slumil K’ajxemp’Op”, nella geografia chiamata Vienna il 22 settembre, qualche giorno dopo l’arrivo della delegazione “estemporanea” dell’EZLN. Nella sua “gira”, ha visitato numerosi luoghi, partecipando a riunioni, assemblee di donne, manifestazioni contro il cambiamento climatico o contro le multinazionali coinvolte nei mega progetti in Messico; è stato a Vienna, Salisburgo, Colonia, Obersdorf, Berlino, Friburgo, Clermont-Ferrand, Parigi e tante altre città ancora. Dopo questo lungo viaggio fatto di incontri, di ascolto, di denunce, nei prossimi giorni approderanno anche in Italia, per continuare a portare le proprie testimonianze e a tessere relazioni con le resistenze e le ribellioni del nostro paese. In particolare saranno a Padova e Venezia i giorni dal 27 al 28 ottobre con due eventi pubblici organizzati dall’associazione Ya basta! Êdî bese!, coordinatrice per il Nord Est della “gira por la vida”.