Riceviamo oggi un messaggio di Moira Millan, attivista mapuche, che ci prega di diffondere la notizia di un rogo, ad opera di uomini armati, che si sta verificando ai danni delle abitazioni dei mapuche che il 20 settembre si erano radunati davanti al tribunale di Esquel per chiedere le dimissioni del giudice che il giorno precedente aveva ordinato il rastrellamento presso la comunità di Vuelta del Rio nella provincia del Chubut. Durante il presidio presso il tribunale, Rogelio Fermin era stato minacciato da Mc Donald amministratore generale dei terreni di proprietà di Benetton; oggi le case di Marcelo Calfupan e Rogelio Fermin sono state incendiate.
Il 20 settembre alcuni membri della comunità di Vuelta del Rio (Chubut) hanno occupato il tribunale di Esquel per chiedere al giudice di dimettersi.
Rogelio, intervistato durante il presidio ha ribadito al giudice e alla stampa presente che il fatto che ordini azioni repressive che colpiscono la comunità mapuche non è rispettoso della carica istituzionale che riveste e che per questo deve dimettersi. Afferma inoltre che le ricerche fatte sul territorio allo scopo di ottenere informazioni sulla comunità non hanno ragion d’essere e istigano la popolazione mapuche che è sempre più stanca di questo clima di violenza e dei continui attacchi che si perpetuano contro di loro dai tempi della campagna del deserto, aggravati dalla sparizione forzata di Santiago Maldonado di inizio agosto.
Non possono tollerare, dichiara, di vedere i propri “peñi” (fratelli) aggrediti e picchiati e il giudice deve sapere che ogni attacco a una comunità mapuche è un attacco a tutte le comunità, che i mapuche sono e saranno uniti nel resistere alla repressione.
A conclusione dell’intervista ribadisce che i mapuche non hanno paura di dire in faccia al giudice che deve dimettersi nè di metterlo in guardia perchè azioni così brutali di violenza non saranno tollerate nè nella comunità di Vuelta del Rio nè in qualsiasi altra comunità, e saranno intensificate l’attenzione e la reazione a qualsiasi tipo di violenza che sarà perpetrata ai danni dei loro “peñi”.