Messico

Alcune parti del tutto. Incontro di resistenze e ribellioni convocato dall’EZLN

All’interno di un ciclo più ampio di sei incontri che attraversa tutto il 2025, l’EZLN ha convocato un incontro internazionale nei suoi territori autonomi, in Chiapas (MEX) dal 2 al 17 agosto. Il significato politico di questo appuntamento assume una portata considerevole viste le trasformazioni storiche che sta attraversando l’organizzazione zapatista.

Dalla fine del 2024, infatti, coincidendo con il molteplice anniversario che ha visto sovrapposti 40 anni dell’organizzazione, 30 dall’insurrezione e 20 di autonomia attraverso le giunte di buon governo, l’EZLN ha reso pubblica attraverso numerosi comunicati un’autocritica profonda e un cambio paradigmatico nella sua organizzazione civile. Sono state abolite le giunte di buon governo, e pur mantenendo i tre gradi del governo autonomo (comunità, regione e zona), il potere decisionale ed amministrativo è stato rimesso completamente alle assemblee comunitarie. Le assemblee di regione e di zona (ospitate sempre nei caracol) rimangono con una pura funzione di coordinamento senza più cariche elettive. Oltre a ciò è stata anche riformata la funzione delle terre collettive, probabilmente lo strumento più importante dell’autonomia zapatista. Alle terre collettive dell’organizzazione sono state affiancate terre di non proprietà, o comuni (el común), intese come terre lasciate alla libera autogestione delle popolazioni che vi abitano, senza distinzione fra persone zapatiste e non zapatiste, e i frutti delle coltivazioni di queste terre saranno nella libera disposizione di chi le coltiva senza alcun obbligo di contribuzione monetaria o in natura.

Questi due cambiamenti paradigmatici sono elemento pratico delle riflessioni politiche dell’organizzazione, che dopo trent’anni di utilizzo della famosa figura retorica della “tormenta capitalista” che si avvicina, ha postulato che la tormenta è infine arrivata, e incoraggiano ad organizzarsi per affrontarla. Ciò che non è cambiato nel discorso zapatista è la coscienza di non volersi ergere ad esempio da seguire: come più volte scritto nei comunicati, “per ciò che stiamo facendo non esistono manuali”, e l’unica possibilità è provare diversi cammini per perseguire l’emancipazione del sistema capitalista, con il coraggio di cambiarli se si verificassero non adeguati (qui il ruolo importantissimo dell’autocritica).

In questa cornice si inserisce l’incontro internazionale di questo agosto. Confronto fra le diverse pratiche di resistenza e ribellione al sistema capitalista, coscienti che non esiste una soluzione unica cha possa andare bene in tutti i territori, ma che dal confronto possiamo uscirne solo che rafforzati. Come scritto espressamente dal SubComandante Moisés nella convocazione, “Questo non è un incontro di analisi o di approcci teorici, ma piuttosto un incontro di esperienze pratiche di resistenza. Chi di noi sarà presente sa già cos’è questo maledetto sistema e cosa fa contro tutti, tutte e tuttu, così come contro la natura, la conoscenza, le arti, l’informazione, la dignità umana e l’intero pianeta. Non si tratta di esporre teoricamente i mali del sistema capitalista, ma piuttosto di ciò che si sta facendo per resistere e ribellarsi, ovvero per combatterlo.”

Insieme a centinaia di collettivi provenienti da tutto il pianeta, saremo presenti anche noi dell’Associazione Ya Basta! Êdî Bese!, per portare la nostra esperienza e quella dei Centri Sociali del Nord-Est, ma soprattutto per riportare a casa gli importanti spunti di riflessione che troveremo in questa isola ribelle nel mare del capitalismo moderno, un’isola che non si arrende, non si vende, non claudica.